La Storia dell’Accademia dei Riuniti di Volterra
L’Accademia dei Riuniti fu fondata con decreto sovrano del 2 maggio 1820 e si sostituì a quella dei Sepolti nella gestione del Teatro Persio Flacco di Volterra, divenendone proprietaria.
Volterra fin dai primi del XVII sec. aveva avuto un luogo deputato al divertimento e all’arricchimento culturale dei volterrani. Ristretto ad una limitata élite, il teatro vecchio, ubicato in Piazza dei Priori, al secondo piano del Palazzo Pretorio, sia per gli angusti locali, sia per un mutato costume sociale, fu sostituito da quello nuovo che, su progetto dell’architetto Luigi Campana, venne eretto nel Palazzo Incontri nel novembre 1819 e intitolato al poeta satirico Persio Flacco.
Con la nascita del Persio Flacco prendeva vita anche l’Accademia dei Riuniti, che acquistò la proprietà del Teatro e si incaricò della sua gestione e manutenzione, così come dell’organizzazione di rappresentazioni di prosa e musica o di feste danzanti. Il nuovo teatro fu inaugurato nel 1820 dalla Compagnia comica Peltzett, con l’attrice Marietta Arpini.
Secondo quanto stabilito dall’Accademia, per molti anni, il teatro fu ordinariamente aperto due volte all’anno: dal 26 dicembre ad una settimana prima della fine di Carnevale e dal 10 agosto al 22 settembre. Per la fine di carnevale era previsto un veglione danzante. La prima opera lirica rappresentata fu il Barbiere di Siviglia nel 1828. Dal 1820 si sono susseguiti sul palcoscenico del Persio Flacco numerosissime compagnie e nomi famosi dello spettacolo, che hanno dato lustro al teatro e alla città di Volterra. Si pensi che nel 1946 la rappresentazione della Tosca fece registrare 1012 presenze, la prima sera, e 1255, la seconda.
Il Teatro si trasformò anche in Cinema: le prime proiezioni furono date nel 1906, con alcuni documentari sul Palio di Siena e sulla guerra russo-giapponese. Le rappresentazioni regolari iniziarono nel 1923 con il film “La nave” di D’Annunzio.
Governavano l’Accademia un Consolo, otto consiglieri, un provveditore, un camerlengo, un segretario.
Lo stemma dell’Accademia è rappresentato da un fascio di sottilissime verghe di legno, legate strettamente da un nastro di seta, attraversato da due trombe e sormontato da un organetto pastorale; il suo motto è “Vis unita fortior”.